La scrittura non è un comportamento puramente strumentale, una neutra trasmissione del proprio pensiero, ma un gesto altamente complesso che implica il coordinamento di un numero molto elevato di processi neurologici, fisiologici e motori e psicologici che ”implicano” il soggetto nella sua totalità.
Per questo la grafia è un’espressione tra le più complesse e complete dell’essere umano, rilevatrice dei tratti più caratterizzanti l’individuo e la sua soggettività.
In questo senso è evidente come un intervento di rieducazione della scrittura non sia solo quello di “migliorare la comprensibilità della grafia di chi scrive”.
Il suo obiettivoprimario è piuttosto quello di ricostruire le basi necessarie affinché la scrittura possa svolgere le proprie fondamentali funzioni di espressione, comunicazione e rappresentazione della personalità dello scrivente.
In questo senso, la rieducazione della scrittura è innanzitutto la <ripresa di una educazione che era insufficiente o addirittura del tutto assente> (Olivaux, 1994)
L’iter rieducativo consente al soggetto disgrafico di divenire progressivamente sempre più abile e cosciente della propria scrittura che si fa più sciolta e scorrevole nella forma e nel movimento ed in grado di rappresentare al meglio la sua personalità.
Da un punto di vista evolutivo, le difficoltà della scrittura e la disgrafia peggiorano e si radicano progressivamente con l’età.
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