La disgrafia si inserisce nel quadro delle difficoltà grafomotorie e come tale può essere considerata una sindrome che rallenta fino ad impedire l’apprendimento, il consolidamento e la conseguente automatizzazione del gesto grafico.
Le diverse classificazioni di disgrafia possono variare per autore e nomenclatura ma collimano nei punti più salienti.
L’incapacità di tracciare correttamente lettere e numeri ha conseguenze rilevanti sul rendimento scolastico tanto che l’espressione difettosa del pensiero in segno grafico è spesso presente in ragazzini con risultati scolastici poco soddisfacenti.
Per avere una buona scrittura occorre attivare quotidianamente, e in modo adeguato, quei “muscoli della mente” che favoriscono nell’individuo, agilità, fluidità, attenzione, concentrazione e memoria. Lo scrivere ripetutamente in modo scorretto finisce con il generare automatismi altrettanto scorretti che non possono che rendere difficoltosa la produzione di segni grafici leggibili e comprensibili.
La scarsa cultura che ancora oggi domina gli ambienti educativi in merito alla difficoltà di scrivere di molti ragazzini, non aiuta a diminuire la percentuale che vede disgrafico, in media, un bambino su cinque. In una classe di 25 alunni, la media ci allerta che cinque potrebbero esserlo. E’ chiaro che esistono classi dove una percentuale molto più alta di ragazzini presenta il problema e classi dove la percentuale è più bassa o addirittura nulla.
Spesso la disgrafia viene scambiata per negligenza, poco impegno, scarsa motivazione all’apprendimento. Il ragazzino affetto da questo disturbo è pertanto considerato poco volenteroso, disorganizzato, disordinato, non motivato e tale valutazione genera un pregiudizio pericolosissimo che permane talvolta per sempre o, nel migliore dei casi, fino a quando il ragazzo non viene sottoposto a diagnosi grafomotoria che ne conferma la disgrafia.
La disgrafia viene considerata un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) cioè una difficoltà di apprendimento in bambini che appaiono normali nelle altre prestazioni intellettive.
Essa appartiene pertanto a quell’insieme di deficit dovuti a difficoltà percettivo-motorie non diagnosticati precocemente di cui fanno parte anche la dislessia, la discalculia, e ladisortografia.
Tutti disturbi che devono essere seriamente considerati per attivare interventi di recupero specifici che prevedano la presenza costante e simultanea di terapeuta, scuola e famiglia.
Sulla disgrafia si può (e si deve!) intervenire
La disgrafia è un disturbo specifico dell’apprendimento largamente sottostimato che provoca disagio psicologico e scolastico su cui si può intervenire attraverso interventi di Rieducazione della Scrittura condotti da rieducatori specializzati.
Insieme alla Dislessia e alla Discalculia, la Disgrafia è stata recentemente riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione Pubblica come un Disturbo Specifico dell’Apprendimento rispetto a cui è compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli alunniche.
Legge DSA.
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