Tutti noi, alla nascita, da bambini, siamo plastici, possiamo fare un’infinità di cose. Lo dimostra la nostra capacità di imparare qualsiasi lingua. Naturalmente non tutti abbiamo le stesse doti nel canto o nella matematica, ma tutti possediamo numerosi talenti.
Poi, nel corso della vita, finiamo per svilupparne solo alcuni perché viviamo in un certo ambiente, facciamo un certo tipo di scuola, scegliamo certe mete, abbiamo certi amici, certe abitudini e certi maestri e in questo modo diventiamo incapaci di usare gli altri, o pensiamo di esserne incapaci.
Molte persone sono convinte di non poter fare altro che quello che fanno e ritengono di non poter ricominciare a studiare, a imparare un mestiere nuovo. Invece manca loro solo la motivazione.
Di solito non cambiano perché si affezionano al proprio mestiere, alla propria professione, alle proprie abitudini di vita e, col passare degli anni, si sentono più sicuri, e non provano più il bisogno di rinnovarsi.
Lo fanno solo quando il mondo muta attorno a loro e non possono continuare sulla vecchia strada. Machiavelli non pensava certo di diventare famoso come scrittore, ha cominciato a scrivere Il Principe e le altre sue celebri opere quando i Medici gli hanno tolto tutti gli incarichi che aveva nella Repubblica.
Oggi, in questa epoca di crisi, avremmo bisogno tutti di mettere a frutto risorse che abbiamo trascurato. Io sono inorridito dalla incompetenza di molti commessi e di molti tecnici che dovrebbero assicurare ai clienti le informazioni e l’assistenza.
Sappiamo che gli imprenditori spesso non trovano giovani specializzati.
Contemporaneamente le nostre scuole continuano a produrre laureati generici mentre abbiamo bisogno di esperti qualificati in tutti campi produttivi, persone che sappiano coniugare il sapere teorico con la conoscenza delle apparecchiature più moderne, che sappiano capire di cosa abbia bisogno il consumatore. La società moderna è affamata di tecnici che sanno fare i lavori più delicati e sono consapevoli di dover perfezionare continuamente il proprio sapere per poter agire ovunque.
È con costoro, non con i banchieri, che si supera l’attuale crisi.
Ma è difficile cambiare. Le vecchie mentalità restano come delle incrostazioni su tutti livelli: sul politico esperto in economia finanziaria, sul funzionario ministeriale, sul burocrate del comune, sul laureato in giurisprudenza e sul ragazzo che cerca l’esame più facile per non fare fatica.
Francesco Alberoni - Lun, 13/08/2012 - 16:39