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domenica 27 novembre 2011

FILS Formazione Insegnanti di Lingua Sarda


UNA MENTE, DUE LINGUE, TANTI VANTAGGI:  PERCHE' INVESTIRE SUL BILINGUISMO SARDO-ITALIANO

Antonella Sorace
University of Edinburgh & Bilingualism Matters

Essere bilingue vuol dire usare due o più lingue regolarmente; NON vuol dire parlare due lingue perfettamente.

Il bilinguismo è essenziale per la sopravvivenza del sardo
Parlare e insegnare il sardo dà ai bambini i benefici del bilinguismo
E’ importante essere informati sui fatti e i vantaggi del bilinguismo sardo-italiano

Il bilinguismo è un investimento che offre al bambino molto più della competenza in due lingue.  I vantaggi linguistici e cognitivi offerti dal bilinguismo attivo sono ottimi motivi per mantenere attive le lingue minoritarie, come il sardo.
In Sardegna c’è una possibilità in più per far crescere i bambini con due lingue.

Alcuni miti sul bilinguismo
“IL BILINGUISMO CAUSA RITARDI NELLO SVILUPPO COGNITIVO DEL BAMBINO”

“IL BILINGUISMO PROVOCA CONFUSIONE TRA LE LINGUE”
“IL BILINGUISMO E’ UTILE SOLO SE ENTRAMBE LE LINGUE
SONO AD AMPIA DIFFUSIONE”
Queste idee sono senza fondamento!



Come funziona il cervello  del bambino bilingue?

• I bambini imparano qualsiasi lingua senza sforzo,
esattamente come imparano a camminare.
• Il bilinguismo infantile è diverso dall’apprendimento di
una seconda lingua in età adulta: è un processo
spontaneo che ha luogo se il bambino ha frequenti
occasioni di sentire due lingue e motivazione ad
usarle.
• Il cervello del bambino è perfettamente capace di
 ‘gestire’ due o più lingue contemporaneamente.


Bilinguismo =  molto più di due lingue!

• Vantaggi sociali: 
– accesso a due culture diverse
– più tolleranza e interesse verso culture
diverse
– più facile viaggiare, trovare lavoro da adulti,
ecc.
• Quali sono i benefici linguistici e cognitivi
del bilinguismo?


Per saperne di più
http://lettere.unica.it/Sorace_Cagliari.pdf

http://lettere.unica.it/filsitaliandefinitivo2.pdf


Creare online cartoni animati e video in modo facile e veloce



Per fare e creare un cartone animato online vero e proprio i siti sono:

1) Kerpoof si presenta con una grafica molto accattivante e colorata, volta a colpire l’attenzione dei più piccoli ma simpatica per tutti.
Si hanno a disposizione 45 scene in cui inserire personaggi ed oggetti per poter creare storie, cartoni animati e fumetti
Si possono utilizzare vari strumenti per ingrandire, rimpicciolire, ruotare e spostare ed è possibile immettere nuvolette o fumetti per scrivere i testi e cambiare le varie ambientazioni.
Tra le possibilità offerte dall'applicazione vi sono quelle di realizzare un’immagine, un filmato, un disegno, un cartoncino o una storia, con una interfaccia agevole, allegra e molto semplice.
Kerpoof è molto adatto ai bambini e le creazioni possono essere salvate, stampate o utilizzate come cartoline elettroniche da condividere tramite email o in altri siti.
comics di goanimate2) GoAnimate è un ottimo sito per creare video e cartoni animati direttamente online in modo semplice e gratuito.
Si possono scegliere tantissimi personaggi e creare una vera e propria storiacomposta da varie scene, inserendo le ambientazioni, gli oggetti, i fumetti, contenuti audio, foto.
Ogni personaggio potrà così parlare e interagire con altri secondo la propria storyboard in modo da generare facilmente un video con l’animazione completa.
I personaggi e gli oggetti possono essere spostati ed ingraditi facilmente con la tecnica del drag&drop e ad ognuno si possono assegnare numerosissime azioni e animazionidirettamente con il mouse, saltare, correre, ridere, piangere, inginocchiarsi, esultare, baciare, calciare…
Essi possono essere modificati, nel vestiario e nell’aspetto fisico e vi si possono aggiungere gadgets ed accessori vari.
Si può zoomare, inserire musica di sottofondo, decidere la durata del cartone animato.
E’ possibile personalizzare il cartone inserendo immagini personali, anche direttamente da Facebook e Flickr, e ricercare ed inserire effetti sonori.

3) DoInk è una applicazione web che per creare divertenti cartoni animati online.
In questa facile interfaccia, bisogna disegnare e creare figure e forme che poi potranno essere animate.
Tutti i cartoni disegnati e animati, possono essere salvati sul proprio account online e condivisi via web con i codici html forniti da copiare e incollare.

4) Cartoonist, sul sito Creaza, consente di creare storie multimediali animate fatte di cartoni animati in modo semplice e divertente.
Dopo aver effettuato la registrazione al sito è possibile quindi scegliere un tema grafico, l'ambientazione e lo stile del cartone animato che può essere un manga oppure un fumetto classico vecchio stile.
Tramite un semplice editor che può usare anche un bambino, è possibile modificare i personaggi, le loro espressioni, i loro movimenti e i dialoghi tramite l'aggiunta di nuovolette di fumetto.


I personaggi
5) Non tanto per creare animazioni video ma per creareavatar animati in 3D è Meez che si inserisce nel più largo discorso dei mondi virtuali e giochi online .
Meez è un portale che permette di creare gratuitamente avatar e persone digitali simili a quelli di second life o the sims, tridimensionali e completamente animati, da inserire su siti, blog, forum, pagine personali e qualsiasi altro tipo di piattaforma sociale.
Su Meez è possibile personalizzare in modo dettagliato (e con combinazioni virtualmente infinite) i simpatici personaggi 3D, scegliendo l’aspetto fisico, il look, lo stile, ecc. e impostando i movimenti e le gestualità dell’animazione, realizzata in Java.

Per saperne di più sull'argomento "Avatar" si può leggere Creare avatar personalizzati senza uso di foto, per siti, blog, Facebook.

Il miglior programma per computer per creare cartoni animati 3D è Muvizu.

Su un altro articolo come applicare l'effetto cartone animato su una foto.

sabato 26 novembre 2011

DSA


COSA POSSIAMO FARE OLTRE A QUANTO DISPOSTO
 dalla legge 170/2010
 che riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia
come disturbi specifici di apprendimento (DSA) 

-usare la lingua straniera in classe (i DSA imparano dall’esperienza)
-evitare test essenzialmente grammaticali (se è difficile
decodificare e mettere nella corretta sequenza la lingua madre,
farlo in lingua straniera può essere insormontabile e l’insuccesso
quasi garantito) o, peggio, traduttivi.
-nei compiti in classe leggere la consegna ad alta voce e verificarne
la comprensione
-negli esercizi proposti fornire l’esempio oltre alla consegna
-privilegiare gli approcci in cui la lingua è considerata un metodo di
comunicazione (metodo induttivo) e in cui l’orale è importante quanto
lo scritto e che la rendono accessibile anche a chi (DSA) ha uno stile
di apprendimento molto particolare (prevalentemente visivo)
-usare modalità di insegnamento diversificate
-seguire un programma in maniera lineare e progressiva evitando
accuratamente salti nel livello di difficoltà proposto
-introdurre un elemento nuovo alla volta
-valutare sempre il rapporto tra risultato e sforzo richiesto: per es.
quando l’ investimento è sproporzionato rispetto a risultati
comunque mediocri o non discriminanti ai fini della comunicazione
(esempi classici: differenza tra I am going to e I am –ing oppure
tra simple past e present perfect)
-attenersi al testo e predisporre esercizi di verifica con il lessico
proposto dal testo e non su aree lessicali diverse o mai introdotte
prima.
-è sempre opportuno fare una simulazione della verifica se possibile
-depenalizzare l’errore spiegando che fa parte del processo normale
di apprendimento (vedere programmazione didattica di inizio anno)
-programmare lezioni di gruppo per la correzione del compito in
classe con ricerca della versione corretta avvalendosi del testo di
studio, consultando i compagni o, infine, rivolgendosi all’insegnante
che si rende disponibile muovendosi tra i banchi (sono i principi del
cooperative learning).
-aiutare gli studenti a valutare i propri errori mostrando come
spesso hanno ripetuto lo stesso errore (è utile che contino le volte:
p. es. l’articolo o il do/does) e come sarà facile aumentare il voto
correggendo già solo quello
-far ripetere oralmente (a coppie) la correzione dell’errore ripetuto
più volte in una verifica, con la relativa spiegazione (cooperative
learning)
accontentarsi di risultati parziali confidando in un apprendimento
per accumulazione nel tempo (grazie all’ampliamento del contesto
che rende chiara la funzione delle singole parti) anche verso la fine
di un ciclo
permettere agli studenti di ripetere la stessa verifica quando sente
di avere superato gli ostacoli iniziali o comunque dargli atto che li ha
superati
nelle lezioni seguire una routine:
dare riscontro immediato e regolare al lavoro fatto a casa con
correzione in classe
assegnare regolarmente compiti per casa ogni lezione in una quantità
gestibile e correggibile (il discente dislessico impiega molto più
tempo degli altri a fare gli stessi compiti (per Lorenzo Caligaris,
pedagogista all’Ospedale Riguarda di Milano, 5 volte tanto) perciò
beneficia di una riduzione sul carico di lavoro domestico secondo le
circolari ministeriali
non dare mai delle acquisizioni passate per scontate (spesso
un’acquisizione avviene a scapito di una precedente) ma procedere
serenamente alla ripetizione resasi necessaria
programmare frequenti ripetizioni in itinere e in seguito cicliche per
moduli (è utile assegnare del tempo – da 1 a 3 minuti – per il rapido
ripasso individuale di un elemento grammaticale e/o fraseologico
lessicale, chiedendo poi ai discenti di ripeterlo in cooperative
learning e poi all’insegnante
usare la stessa terminologia in maniera sistematica (per es.
scegliere tra forma base del verbo o infinito)
non rilevare gli errori interrompendo durante una prestazione orale
nel commento ad un’interrogazione, identificare gli aspetti positivi
prima di quelli negativi dimostrandosi ottimisti quanto alle
possibilità di recupero alla fine del modulo di apprendimento

La valutazione
-proporre esclusivamente verifiche del programma effettivamente
svolto e ripetuto in classe
-mostrare ottimismo sulle possibilità di recupero, indicandone però
le priorità operative e compatibili con le circostanze
-ricordare che l’importante è che ci sia un miglioramento rispetto al
livello di partenza
-non dare eccessiva importanza ad errori che non rechino
pregiudizio alla comunicazione e alla comprensione (cfr. Michael
Swan)
-dare un commento positivo ed incoraggiante facendo notare
(durante la correzione in cooperative learning) quali errori
ricorrenti hanno portato ad una valutazione negativa e come anche
solo la correzione di alcuni di essi (dire quali) avrebbe comportato
una valutazione ben migliore (dire quale),
-nel caso la dislessia sia molto grave è possibile che i risultati di una
verifica scritta siano negativi in ogni caso. La cosa migliore è
ripetere la verifica in forma orale con del materiale adattato allo
scopo. (Se il test è a livello elementare-intermedio - ma anche più
elevato - si dovrebbero inserire esercizi che siano basati non solo
sulle parole ma che contengano vignette, fotografie, registrazioni
video. cfr Naldini).
-tenere presente che lo studente dislessico può dare un’idea di sé
più negativa di quella reale, sia perché anni di difficoltà scolastica e
di vuoti didattici accumulati li rendono veramente poco abili, sia
perché i DSA danneggiano l’immagine del discente sia infine perché
il dislessico ha elaborato una strategia per cui preferisce dare di sé
l’immagine di chi non ci tiene piuttosto che di chi non ce la fa
(soprattutto di fronte ai compagni) per attenuare il proprio
sentimento di inadeguatezza di fronte a un nuovo fallimento. Non
dimentichiamoci i casi in cui alcuni di loro, seppure con
un’intelligenza superiore alla media, hanno dato l’impressione ad
alcuni insegnanti poco preparati, di essere dei ritardati mentali.
(cfr. Naldini)


I due punti principali per evitare errori didattici irreversibili sono
secondo Chiara Naldini:
1. La multimedialità e il ricorso alla tecnologia sono da preferire non
solo per la lingua straniera ma anche per tutte le discipline.
2. Non conoscere o misconoscere il vissuto personale del discente
dislessico vuol dire non essere in grado di apprezzare i suoi sforzi e
capire le sue reali possibilità. L’approccio comunicativo-affettivo
permette di instaurare un rapporto di mutua collaborazione che non solo
contribuirà al mantenimento della motivazione allo studio ma potrà aiutare
il dislessico nel difficile compito di superare le frustrazioni accumulate
da anni di disagio ed emarginazione scolastica.


Fonti: Giacomo Stella, La Dislessia, Il mulino 2004
Giacomo Stella, In classe con un allievo con disordini
dell’apprendimento, Fabbri editori, 2001
Chiara Naldini, La dislessia e l’apprendimento dell’italiano come
lingua straniera, Masteritals in didattica della lingua italiana a
stranieri, Università Ca’ Foscari di Venezia, 2002
Michael Swan,



Conoscete la nuvola Olga?

E'un personaggio inventato da Nicoletta Costa bravissima autrice e disegnatrice di libri per bambini. Tante volte abbiamo letto ai nostri alunni qualche storia della nuvola Olga e del suo caro amico, l'uccellino Ugo.  Ai bambini sono sempre piaciute molto le sue avventure, ma hanno apprezzato tanto anche il modo in cui la sua autrice disegna i suoi personaggi lineari, semplici ma molto espressive e dai colori vivaci.
Ecco, il video  dal titolo “Concerto per la nuvola Olga”,  che può accompagnare le nostre letture e divertire i bambini, che rimarranno ancor più affascinati dal personaggio.
Buona visione!

domenica 17 aprile 2011

1° Consiglio Comunale dei Ragazzi di Serramanna




L'Istituto Comprensivo di Serramanna ha accolto e sposato l'iniziativa della Commissione Pari Opportunità e ha iniziato il percorso che vedrà il 19 Aprile 2011 le elezioni del 1° Consiglio Comunale dei Ragazzi (CCR) di Serramanna.


Che cosa è il Consiglio Comunale dei Ragazzi (CCR)


Si tratta di uno degli istituti di partecipazione all'amministrazione municipale più innovativi degli ultimi anni. I C.C.R. mirano ad un coinvolgimento diretto dei ragazzi nella vita del proprio territorio attraverso un coinvolgimento libero, autonomo e non vincolato a schematismi partitici o politici.


Come funziona il CCR di Serramanna


Secondo le modalità previste dal regolamento, ogni classe (quinte di scuola primaria, prime seconde di scuola secondari a di primo grado) prepara un progetto e sceglie i rappresentanti da candidare all'elezione del C.C.R. Dopo una fase di campagna elettorale, seguono le elezioni e la costituzione del Consiglio Comunale dei Ragazzi, composto da Sindaco, Assessori e Consiglieri. A queste, punto si deve realizzare il progetto scelto e contemporaneamente mantenere costante l'informazione - collaborazione tra C.C.R. ed elettori.


Inoltre al C.C.R. compete il rapporto con il Consiglio Comunale Adulto, la partecipazione alla vita del territorio ed iniziative di coinvolgimento degli elettori e dei cittadini adulti


Il CCR serve :



Affrontare e tentare di risolvere i problemi dei ragazzi.



Rendere visibili e far conoscere agli adulti le esigenze dei ragazzi



Imparare a collaborare con gli adulti



Preparare i ragazzi ad essere cittadini



E' fondamentale che i rappresentanti dei ragazzi siano in contatto con i:


I coetanei che li hanno delegati, mantenendo vari canali di comunicazione. sia per ricevere suggerimenti, sia per informarli delle decisioni adottate.


Gli adulti (del consiglio comunale e non)


Dare voce ai bisogni di ogni fascia di età


Che cosa non si vuole:



Contrasti tra ragazzi ed adulti



Contrasti e mancanza di rispetto tra ragazzi



Contrasti tra il sindaco "vincente" e quelli "perdenti"



Strumentalizzazioni da parte degli adulti (Consiglieri Comunali, genitori, ecc.)



Favoritismi



Imitazione dei modi di far politica dei grandi


A breve si pubblicheranno i programmi elettorali, i loghi e i motti delle tre liste.

lunedì 14 giugno 2010

Giornata finale GIOGUS ANTIGUS 2010




La manifestazione “Giogus antigus” fa parte delle iniziative del Progetto d’Istituto della MACROAREA intitolata “Bambino oggi, Cittadino domani”; essa rappresenta la giornata conclusiva dei percorsi didattici, mirati alla conoscenza e alla pratica dei giochi della tradizione, che le scuole hanno sviluppato nel corso dell’anno con modalità organizzative adeguate alle diverse fasce d’età degli allievi.


La giornata finale è stata pianificata dai docenti funzione strumentale Bruna Atzori e Antonio Boassa ed è stata organizzata con l’intervento collaborativo delle Associazioni F.R.A.D.E.S., Anni d’Argento e Comitato Genitori.


I giochi, differenziati per fasce d’età, sono stati i seguenti:
Gli alunni di 3 e 4 anni della Scuola dell’Infanzia hanno esplorato i giochi di gruppo “1 - 2 - 3... stella!”, “Le belle statuine”, “Il gioco delle sedie”, “Il lupo”, “Il cacciatore e gli uccellini”.
Gli alunni di 5 anni della Scuola dell’Infanzia e i bambini dellePRIME e delle SECONDE della Primaria hanno partecipato a “Le belle statuine”, “1 - 2 - 3... stella!”, “Regina Reginella”, “Su giogu de sa matta”, Acqua-terra-cielo”, “Girotondo”, “Rosa rosella”, “La bella lavanderina”, “La povera vecchia”.
I gruppi delle classi TERZE, QUARTE e QUINTE della Scuola Primaria hanno partecipato attivamente alla competizione con giochi della tradizione, esplorati nelle ore del laboratorio curato dall’Associazione F.R.A.D.E.S., che si è occupata anche della gestione dei giochi “Tappus in pista” “Cresiedda”, “Salto con la fune”, “Cuaddedus de canna”, “Gioco dell’anello”, “A dinai”, “A cioccu”, “Fucili ad elastico”, “Campana”, ”Biriglie a bintunu”, “Muntoneddusu de fa’” e “Tiro alla fune”.


Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato attivamente alla riuscita dell'iniziativa.







lunedì 3 maggio 2010

Spigolando qua e là.


l fenomeno del blog rappresenta un’innovativa forma di comunicazione che, grazie alla facile realizzazione, permette a larghe fasce di utenti della Rete di lasciare il ruolo passivo di lettori e diventare a buon diritto redattori di articoli. Proprio per la sua natura spesso non professionale, ma amatoriale, nonché per la molteplicità delle tipologie, il blog raggiunge un pubblico estremamente variegato e consente l’uso di registri e forme espressive che cambiano in relazione all’argomento e al tipo di utenza. In quest’ottica esso può essere un valido strumento per la didattica delle lingue in generale e, in modo più specifico, per quella dell’italiano, che ad oggi è la quarta lingua più usata al mondo per la redazione di blog.



CHE COS’È UN BLOG?




La diffusione del blog in Italia è avvenuta a partire 2001, con quattro anni di ritardo rispetto agli Stati Uniti, quando, con la diffusione dei servizi gratuiti dedicati alla gestione, è stato possibile quasi per tutti creare il proprio spazio personale.

Il blog, termine nato nel 1999 grazie a Peter Merholz, web designer e fondatore dell’agenzia Adaptive Path, da una contrazione dell’espressione web log ideata due anni prima dal software designer Jorn Barger, è uno spazio virtuale che permette di raccontare fatti personali, pubblicare articoli informativi o brevi considerazioni e commentare notizie inserite in linea da altri bloggers, creando comunità virtuali i cui componenti sono caratterizzati da interessi analoghi. Log, che significa “traccia” e, per estensione, “registro, diario”, si riferisce alla peculiarità di questo genere, ossia l’aggiornamento delle pagine e l’inserimento di nuovi testi con una frequenza più o meno giornaliera. Il “log” nel gergo nautico del 1700 era un pezzo di legno che, legato a una fune con nodi equidistanti, veniva gettato in mare per misurare la velocità delle navi, calcolata in base al computo dei nodi scorsi in un’unità di tempo: tali rilevazioni venivano riportate su un libro di bordo chiamato “journal” e, per estensione “logbook”, o più brevemente “log”. Successivamente anche nei computer si è adottato questo termine per indicare il file che si aggiorna automaticamente, registra tutte le operazione effettuate, controlla le prestazioni del sistema e rileva eventuali anomalie.

L’insieme di tutti i blog è detto blogsfera o blogosfera (in inglese, blogsphere): secondo l’indagine dell’aprile 2007 svolta da Technorati sul Web i blog ad oggi presenti sarebbero circa 70 milioni (sono raddoppiati nell’arco di un anno e ne verrebbero creati in media 120.000 al giorno), mentre gli articoli pubblicati sarebbero 17 al secondo.

Sempre secondo Technorati, l’italiano è la quarta lingua utilizzata nella blogosfera (3%), preceduta dal cinese, terzo all’8%, dall’inglese, secondo al 33%, e dal giapponese, primo al 37%.

Tramite il blog, dunque, la possibilità di pubblicare online non è più privilegio di pochi, ma diritto di tutti: per diventare blogger, oblogghista, infatti, non occorrono conoscenze approfondite del linguaggio HTML, o di altri tipi di linguaggi di programmazione, ed è relativamente semplice creare un blog gestibile in modo gratuito per mezzo di uno dei molteplici servizi offerti dalla rete, comeBlogger, Splinder, Myspace, Blogsome, Iobloggo, Bloggerbash, Tuoblog, Windows Live Spaces e molti altri. Chi preferisce invece programmare il proprio blog in modo autonomo può avvalersi di piattaforme come Wordpress, MovableType, Nucleus, Pivot, Dotclear, Drupal, TypePad, dBlog CMS Open Source che permettono una maggiore personalizzazione della struttura.

Una simile diffusione trova delle valide spiegazioni nella facilità di creazione e di fruizione dei blog che, peraltro, hanno varia natura e vario aspetto pur restando fisso lo schema di base. Di solito un programma di pubblicazione guidata, conosciuta anche come web 2.0, permette di creare automaticamente la pagina web, personalizzandola tramite vesti grafiche dette template; gli articoli che vi vengono inseriti sono chiamati post e sono disposti in ordine cronologico invertito, in modo che il primo ad apparire sia anche l’ultimo ad essere stato pubblicato. Ogni post viene numerato, attribuito a una specifica categoria stabilita dall’autore e indicato da un permalink, ovvero un link implementato in modo da non cambiare per lunghi periodi di tempo.

Ogni articolo può essere composto da un testo, da delle immagini, da video e da link che immettono in altri siti in cui si trattano argomenti analoghi e che, dunque, diventano ulteriori approfondimenti al tema proposto. Sotto l’articolo si trova il thread, ovvero lo spazio che contiene la lista dei commenti dei lettori, che verranno pubblicati a discrezione del moderatore o blogger. Possono esistere più bloggers che scrivono per un solo blog e ci sono persino siti, come ad esempio Slashdot, in cui gli utenti stessi inviano i testi ai redattori che decidono poi se pubblicarli o meno, in base ai loro criteri editoriali.

Il blog, pertanto, non consente solo di affrontare svariati argomenti, di esprimere la propria creatività liberamente, interagendo in modo diretto con gli altri bloggers, ma può diventare luogo di incontro per gruppi di amici, esperti di arte, cucina, cinema, tecnologia, sport, ecc., o anche per gli alunni di una scuola o per colleghi di uno stesso ambiente lavorativo (corporate blog).

All’interno di ogni blog è presente inoltre una lista di siti affini per idee o contenuti, detta blogroll: è tramite questo elenco che si creano gruppi di blog o di bloggers con idee e obbiettivi simili, visto che di solito vale la consuetudine di citare e citarsi vicendevolmente. I blogroll hanno anche la funzione di misurare il grado di attendibilità di un blog: se infatti determinate pagine sono riportate spesso e in molteplici siti, ovviamente sono da considerarsi maggiormente attendibili rispetto ad altre.

Esistono svariate tipologie di blog, le principali tipologie sono le seguenti, anche se è opportuno considerare che non è raro incontrare una commistione di due o più tipi di blog:





  • blog personale – in cui l'autore parla di sé, delle sue esperienze di ogni giorno, inserisce brani significativi, esprime disagio o protesta verso una situazione;


  • blog di attualità – in cui giornalisti o opinionisti esprimono le proprie considerazioni relativamente a fatti di cronaca, politica, ecc.;


  • blog politico – in cui politici diffondono le proprie idee e i propri programmi, dibattono di problemi di attualità;


  • blog vetrina – in cui vengono pubblicizzate le opere degli autori stessi;


  • photoblog, vlog (video blog), audioblog – in cui vengono pubblicati rispettivamente foto, video e musica tramite podcasting1;


  • blog tematico – in cui si parla di una passione, di un passatempo che può essere la cucina, la pesca, ecc.;


  • blog directory – in cui è possibile trovare raccolte di link relative ad uno specifico argomento;


  • blog didattici – creati a scopo didattico da vari istituti scolastici, sono da suddividersi in tre sottospecie:Tutorblog, Learnerblog, Classblog.