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domenica 7 luglio 2013

BES, Bisogni Educativi Speciali


Presentazione


Con la direttiva dello scorso 27 dicembre 2012 relativa ai Bisogni educativi speciali (BES) il MIUR ha accolto gli orientamenti da tempo presenti in alcuni Paesi dell’Unione europea che completano il quadro italiano dell’inclusione scolastica.

Il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES) si basa su una visione globale della persona con riferimento al modello ICF della classificazione internazionale del funzionamento, disabilità e salute (International Classification of Functioning, disability and health) fondata sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto, come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002) .

Rientrano nella più ampia definizione di BES tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.


Risorse
Direttiva ministeriale
Nota MIUR n. 65 – 8 gennaio 2013


Materiali del Convegno regionale “La scuola è aperta a tutti” I Bisogni Educativi Speciali e le risposte della scuola – Milano, 25 marzo 2013
I BES
Verso le linee guida
Il dibattito internazione su inclusione, personalizzazione e BES
Il contributo della pedagogia speciale per i BES
http://www.istruzione.lombardia.gov.it/materiali/bes-15mar13/triani25mar13.pdf
http://www.istruzione.lombardia.gov.it/materiali/bes-15mar13/baggio.pdf
http://www.istruzione.lombardia.gov.it/materiali/bes-15mar13/frisanco.pdf
http://prezi.com/coficeizlucy/provaci-ancora-sam/



PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIVITÀ: CHIARIMENTI


La C.M. n. 8/2013 prevede l’elaborazione, da parte del Gruppo di lavoro per l’inclusione di ciascuna scuola, di una proposta di Piano Annuale per l'Inclusività degli alunni con BES, da redigere entro la fine di giugno. Ora il Miur precisa che, tenuto conto del sovrapporsi di vari adempimenti collegati con la chiusura dell'anno scolastico, ciascun Ufficio Scolastico Regionale definirà tempi e modi per la restituzione del Piano.




Con nota 27 giugno 2013 prot. n. 1551 si ribadisce che scopo del Piano annuale per l’Inclusività (P.A.I.) è fornire un elemento di riflessione nella predisposizione del POF. Il P.A.I. non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, bensì come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati” educativi.

Il P.A.I. non va dunque interpretato come un “piano formativo per gli alunni con bisogni educativi speciali”, ad integrazione del P.O.F.: non è quindi un “documento” per chi ha bisogni educativi speciali, ma è lo strumento per una progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo.

Per questa prima fase di attuazione, tenuto conto del sovrapporsi di vari adempimenti collegati con la chiusura del corrente anno scolastico, ciascun Ufficio Scolastico Regionale, nell’ambito della propria discrezionalità e sulla scorta delle esigenze emergenti nel proprio territorio di competenza, definirà tempi e modi per la restituzione dei P.A.I. da parte delle Istituzioni scolastiche.

Il prossimo anno scolastico dovrà essere utilizzato per sperimentare e monitorare procedure, metodologie e pratiche anche organizzative.

Resta fermo che il P.A.I. non sostituisce le richieste di organico di sostegno delle scuole, che dovranno avvenire secondo le modalità definite da ciascun Ambito Territoriale.

Si richiede la collaborazione dei direttori UU.SS.RR. affinché censiscano le proposte di P.A.I. realizzate nel loro territorio e trasmettendo copia delle rilevazioni, unitamente ad una selezione delle buone pratiche, alla Direzione Generale per lo Studente, agli indirizzi:dgstudente.direttoregenerale@istruzione.it e raffaele.ciambrone@istruzione.it.



BES: cosa c’è dietro?

Dichiarazione di Luca Cangemi, segretario del circolo PRC “Olga Benario” - La circolare dell’8 marzo del MIUR sui cosiddetti “bisogni educativi speciali“ (BES) sta suscitando una serie d’interrogativi sulle concrete ricadute che avrà su aspetti delicati e importanti della vita quotidiana delle scuole.


L’estensione a una platea vastissima di studenti, per via burocratica e con numerosi punti oscuri, di misure previste da leggi precise (la 104 del 1992 per la disabilità e la legge 170 del 2010 sui disturbi specifici di apprendimento) rischia di creare una situazione confusa e contraddittoria, di dubbia legittimità e fonte inesauribile di contenziosi- ha dichiarato Luca Cangemi, segretario del circolo PRC Olga Benario.

Tutto è fatto, nello stile del ministro Profumo, senza un adeguato approfondimento culturale, senza il necessario coinvolgimento di chi lavora a scuola e soprattutto senza prevedere un adeguamento di risorse e competenze.

Ogni insegnante si troverà di fronte a inediti e onerosi carichi di lavoro, in assenza di qualunque riconoscimento dei nuovi compiti imposti e senza percorsi formativi necessari ad affrontarli con serietà.

I BES sono una delle vie carsiche che sta prendendo l’aumento autoritario dell’orario di lavoro a parità di retribuzione, tentato dal governo nei mesi scorsi e respinto dalle mobilitazioni del mondo della scuola.

Infine non può sfuggire a nessuno come questa circolare sia un altro passo (dopo la direttiva del 27 dicembre e il seminario tenuto al ministero il 6 dicembre) nella realizzazione della famigerata proposta della Fondazione Agnelli (una fonte che dice tutto!) che porterebbe, di fatto, alla liquidazione dell’insegnante di sostegno.

Disperdere il carattere specifico dell’intervento sulla disabilità in un mare enorme e indistinto come i BES, da scaricare sugli insegnanti curriculari, è appunto la premessa, nascosta da parole belle ma false, di un nuovo gigantesco taglio alla scuola pubblica e di un colpo mortale al modello d’integrazione del sistema formativo del nostro paese, apprezzato in ogni parte del mondo - ha concluso Cangemi.


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