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martedì 1 maggio 2012

Calligrafia arte perduta?


Umberto Eco: la calligrafia, arte perduta da insegnare ai bimbi.

"I bambini, e non solo loro, non sanno più scrivere a mano". Il semiologo e romanziere Umberto Eco, che certo non può essere accusato di essere un retrivo accademico, lo sosteneva nel 2009 con un certo rammarico sulle pagine del quotidiano britannico Guardian. Nell'articolo, Eco si dice preoccupato per quel "50 per cento di ragazzi italiani che hanno problemi con la grafia, oltre che con gli errori di ortografia".

Una "tragedia" che, per il semiologo, è iniziata ben prima dell'avvento del computer e del cellulare. "E' ovvio - aggiunge Eco - che bella grafia non significa necessariamente fine intelligenza" e sottolinea che la scomparsa della bella scrittura sia cominciata ben prima dell'onnipresenza della tastiera del computer. A dare il via alla decandenza dell'arte della calligrafia è stata la penna a sfera. "La gente non aveva più interesse a scrivere in quanto, con questo prodotto, la scrittura non ha anima, stile e personalità". "La mia generazione - prosegue - ha imparato a scrivere a forza di ricopiare in bella grafia le lettere dell'alfabeto. Può sembrare un esercizio ottuso e repressivo, ma ci ha insegnato a tenere i polsi fermi sulle nostre scrivanie, sui nostri computer portatili".

Ma perchè rimpiangere la buona scrittura nell'epoca delle tastiere che incoraggiano il pensiero rapido? "Perchè - risponde - l'arte della scrittura insegna a controllare le nostre dita e incoraggia la coordinazione occhio-mano". "Le persone - conclude - non viaggiano più a cavallo, ma molti vanno a scuola di equitazione. Esistono strade e ferrovie, ma le persone si godono a piedi i valichi alpini.

E conclude "sarebbe una buona cosa se i genitori iscrivessero i propri figli a scuole di calligrafia per partecipare a gare e tornei".

Chiunque abbia un figlio in età scolare sa bene di che cosa parla Eco. E anche chi, adulto, utilizza quotidianamente il computer per lavoro si accorge spesso di non essere più abituato a scrivere una lettera, talvolta nemmeno a prendere appunti.

La 'perdita della calligrafia' è davvero una tragedia, come sostiene Umberto Eco, o solo un processo irreversibile da accettare, sapendo che la scrittura elettronica ha altri vantaggi, e ci permette di esprimere e modificare ben più rapidamente i nostri pensieri scritti? C'è modo, secondo voi, di tornare indietro, di fermare l'inversione di tendenza e riscoprire una manualità della scrittura che può essere anche lentezza del pensiero?




Cosa ne pensate?





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