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mercoledì 12 dicembre 2012

Scacchi in età pre-scolare.

Bellissima questa esperienza fatta dalle colleghe della  scuola dell’infanzia di Litterai, ad Ossi.

La filastrocca dei numeri.
Continuano gli incontri di psicomotricità su scacchiera gigante (10×10) presso la scuola dell’infanzia di Litterai, ad Ossi. I bambini durante tutta la settimana scorsa grazie al lavoro delle maestre Giuseppina Capitta, Antonella Sanna e Margherita Nieddu, hanno proseguito a lavorare sulla filastrocca dei numeri, realizzando dei bellissimi disegni che ora fanno bella mostra in classe.
Ho chiesto a qualcuno di loro se ricordava a memoria la filastrocca (molti di loro sapevano ripeterla facilemente) e poi ho annunciato che avrei letto una nuova filastrocca, delle lettere, con cui avremo giocato oggi con delle belle sorprese.
La filastrocca delle lettere.
Ho chiesto se qualcuno di loro conosceva già le lettere dell’alfabeto. Subito si sono alzate tre manine. Ho chiesto a Sara di ripeterle e l’ho fermata alla lettera “elle” (che è la decima dell’alfabeto, nonché l’ultima della nostra scacchiera). Quindi ho letto loro la mia filastrocca:
A, fuggi Cavalla
B, salta ribelle
C, le gambe in spalla
D, non stai nella pelle
E, che sete gialla
F, le fontanelle
G, una palla a galla
H, quante caselle
I, ritorna in stalla
L, guarda le stelle!
Quindi ho spiegato come avrebbero dovuto fare il gioco di oggi e in “fila indiana” siamo andati alla scacchiera gigante. Uno alla volta i bambini si alternavano a giocare con la filastrocca delle lettere:
A, fuggi Cavalla: dovevano prendere un cavallo di plastica sistemato sopra una panca e non appena lo prendevano dovevano collocarsi sulla casella A1 della scacchiera (modalità visiva e cinestesica, tutta la filastrocca è auditiva!);
B, salta ribelle: i bambini dovevano fare un salto a piè pari sulla colonna B (cinestesica)
C, le gambe in spalla: i bambini dovevano mimare una corsa (visiva-cinestesica: lento e veloce)
D, non stai nella pelle: dovevano mostrare felicità (emotiva-cinestesica): alcuni risolvevano con un sorriso, altri con ampio gesto delle braccia
E, che sete gialla: frase sinestesica che però richiama una sensazione ed un colore (emotiva, visiva, cinestesica)
F, le fontanelle: sulla scacchiera c’era un panno celeste che fungeva da specchio d’acqua, dove i bambini facevano abbeverare i cavalli (visiva, cinestesica: alto e basso)
G, una palla a galla: i bambini dovevano raccogliere anche la palla, trovandosi così entrambe le mani impegnate (visiva, cinestesica: sinistra e destra)
H, quante caselle: i bambini dovevano voltarsi indietro e vedere la strada fatta (visiva, cinestesica: avanti e indietro)
I, ritorna in stalla: i bambini rimettono il cavallo di plastica sulla panca (visiva, cinestesica: dentro e fuori)
L, guarda le stelle: i bambini tornano nella scacchiera sulla casella L10 e scrutavano in alto le stelle (visiva, cinestesica: alto e basso)
La gara di Cavalli.
Dopo aver fatto partecipare tutti (unica eccezione una bambina che anche le altre volte ha mostrato ritrosia a tutte le attività di gioco…) abbiamo fatto una gara di cavalliquattro bambini si sfidavano su quattro diverse file mentre la maestra leggeva la filastrocca. Grazie a tutte queste ripetizioni e ai relativi gesti stereotipati, i bambini memorizzavano la filastrocca (con notevole contributo psicomotorio).
Palla “avvelenata”.
Dopo siamo passati ad un gioco di maggior movimento e libertà: la palla avvelenata. Il classico gioco da cortile consiste nel formare due squadre, una sta dentro la scacchiera e deve scappare; la seconda sta fuori dalla scacchiera e con la palla avvelenata deve colpire tutti i bambini all’interno della scacchiera, che vengono eliminati. Quando rimane l’ultimo bambino la squadra “esterna” deve concludere entro 10 tiri (che i bambini, anche non spronati, contano ad alta voce!) e se ci riescono vincono e si guadagnano il diritto di entrare dentro la scacchiera mentre la prima squadra resta all’esterno con la palla ed il gioco ricomincia.
Il gioco naturalmente crea euforia e confusione, cosa che dà il pretesto (quando l’ora è finita) di rimetterli a posto e farli ritornare in classe. Ho chiesto se qualcuno era in grado di ripetere tutta la filastrocca delle lettere, ma questa volta non hanno brillato come la volta precedente (le parole sono molto più difficili per i bambini). Ma sono sicuro che l’ottimo lavoro delle maestre, che torneranno sull’argomento in settimana e li faranno ancora disegnare, li porterà ad imparare
profondamente, come hanno fatto con le lezioni precedenti.


Come si mettono i pezzi degli scacchi?
Scacchi
I bambini con le scacchiere.
Stamattina nuovo appuntamento con i bambini della scuola dell’infanzia dell’istituto comprensivo di Ossi-Tissi, delle maestre Giuseppina Capitta, Antonella Sanna e Margherita Nieddu.
Oggi ho voluto introdurre tutti i pezzi  per dare ai bambini una panoramica del gioco degli scacchi. Abbiamo iniziato con il chiamare per nome ogni pezzo: Torri, Cavalli, Alfieri, pedoni, Re e Regina.
Quindi ho annunciato che oggi avremmo giocato con la posizione iniziale dei pezzi. Ho allora letto a voce alta la seguente filastrocca:
Prima le Torri ai quattro canti
poi vicino stanno i Cavalieri,
e solo poco più distanti
devi metterci gli Alfieri.
Resta il posto dei regnanti:
Donna bianca sui bianchi, nera sui neri,
i Re vanno in colori contrastanti.
Poi i pedoni battaglieri
li disponi tutti avanti
e parte il gioco, volentieri!

Dopo aver spiegato le parole difficili (ho scoperto che i bambini avevano già dimenticato il gioco dei quatro “canti” o cantoni) e fatto le dovute precisazioni (Cavalieri al posto di Cavalli, Donna per Regina) ho distribuito una scacchiera per ogni coppia di bambini. Ho ripetuto la filastrocca accompagnando il gesto corrispondente sulla scacchiera ideografica, facendo notare le caratteristiche della posizione di ognuno (Torri negli angoli, vicino i Cavalli, quindi gli Alfieri ed ora la discriminante del colore per Regine e Re: stesso colore per le Donne, colore opposto per i Re; i pedoni tutti avanti!).
A questo punto ho consegnato anche i sacchetti coi pezzi, con grande gioia dei bambini per la novità: ho sempre sostenuto che la manipolazione dei pezzi degli scacchi oltre ad essere un piacere tattile è anche un ottimo esercizio mentale di coordinazione fine visuo-manuale .
Quindi ho recitato ancora la filastrocca ed i bambini, sotto la guida delle maestre, hanno disposto i pezzi sulla scacchiera. Dopo i primi tentativi sbagliati ho verificato la posizione esatta su tutte le scacchiere. “Bene, ora chi ha i Bianchi prende i Neri e viceversa!” ho detto per far ripetere l’esercizio. Lo abbiamo rifatto 3 volte, l’ultima senza l’ausilio della filastrocca.
Al termine ho “sfoderato” una sorpresa: una carta scacchistica (con i movimenti dei pezzi) per ogni bambino.
I quattro “canti”.
Psicomotricità: i quattro "canti"Per ristabilire un’associazione corporea sulla parola “canti”, ho riproposto sulla scacchiera gigante il gioco delle quattro cantonate. Abbiamo giocato per circa venti minuti con vari cambi di ritmo. Questa volta mi sono anche munito di un fischietto per dare un segnale chiaro. I bambini si sono molto divertiti e quando siamo ritornati in classe ho riproposto loro la “sistemazione” dei pezzi sulla scacchiera ideografica, ma stavolta in maniera più astratta: mentre io ripetevo ancora la filastrocca, i bambini dovevano far corrispondere con un gesto  delle mani sulle apposite caselle la posizione di ogni pezzo nominato.
Finito il giro completo di tutti i bambini (oggi presenti solo in 15) ci siamo salutati e dati appuntamento per lunedì prossimo.


fonte: http://sassariscacchi.fuoriradio.com/index.php/2012/03/26/scacchi-in-eta-pre-scolare/

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